Nel giuoco (lui direbbe così) della pallavolo ci sono alzate talmente facili che quasi dispiace trasformarle in schiacciate micidiali, perché si rischia di essere banali e annoiare il pubblico a bordo campo.
Ci sono anche occasioni in cui l’alzata è perfetta e gli avversari, già che ci sono, sono andati un attimo al bar. E la rete è alta sì e no un metro e venti a essere generosi. E il campo è enorme: impossibile tirarla fuori.
Di fronte a meraviglie come
“statista di rara capacita, che conduce con responsabilità e lucida consapevolezza il Paese verso un futuro di donne e di uomini liberi che compongono una società solidale fondata sull’amore, la tolleranza e il rispetto per la vita”
non vale nemmeno la pena schiacciare.
Ma forse non ha neanche senso partire da casa col borsone e giocare la partita, suvvia.
Devo per forza fare una battuta su una cosa così? Non ce la faccio: troppo facile. O forse troppo difficile, perché si ride già.
La mia unica preoccupazione è che tra una cinquantina d’anni racconterò tutto questo ai miei innumerevoli nipoti e rischierò di non essere creduto.
Già me li vedo: “Oh, raga, nonno è sclerato di brutto, forse l’adesivo per dentiere gli dà alla testa! Racconta da giorni ‘sta storia di Berlusconi e del premio come ‘statista di rara capacità’: ormai è andato del tutto e confonde i ricordi con Fantozzi, come quella volta che ha cercato di farci credere che a un certo punto in Italia avevano candidato Pippo Franco!”. (prometto di diseredare gli eventuali nipoti, qualora parlino così street-style).
Ci sono casi in cui la realtà supera la più perversa delle immaginazioni. Ed è finita nuovamente così: hanno vinto loro. Si sono presi pure la satira. Loro, con milanesissima operosità, la fanno accadere per davvero. Mica come quegli sfaticati dei comici comunisti che si limitavano a scriverla sui loro giornalacci.
Il fatto è che loro incarnano perfettamente il concetto di “fantasia al potere”. Noi, invece, siamo prevedibili.
E lo so già che nei prossimi giorni salterà fuori un generatore automatico online di premi del cazzo e tutti giù a pubblicarne i risultati sui socialcosi, tipo “paracadutista di rara simpatia, che conduce con responsabilità e lucida consapevolezza il catamarano verso un postribolo di donne e di uomini liberi che compongono una tavolata canterina fondata sul varietà, sui funghi porcini e il rispetto per la zia”.
Poi Michele Serra scriverà (benissimo, come al solito) un’Amaca un po’ comica e un po’ triste, Stefano Benni si farà dare qualche pagina dall’Espresso e produrrà un pezzone divertentissimo inventandosi premi equipollenti per i ministri più in vista (già mi vedo il trofeo “minchia tanta” per La Russa e il premio “statura morale” per Brunetta) e sicuramente Repubblica farà una raccolta firme online o qualche giochino del tipo “fotografati mentre abbracci il Duomo di Milano per dire di no al premio a Berlusconi” e per settimane l’homepage di repubblica.it sarà invasa da fotografie dell “popolo delle guglie”.
Qualcuno del PD dirà che “la Milano democratica, etc, etc” e la butterà sul serioso, Di Pietro tirerà fuori un paragone col fascismo e se va bene Capezzone farà una dichiarazione del tipo “siete tutti invidiosi, perché l’unica cosa che avete vinto in vita vostra è una minimarcia di Topolino”.
Insomma, è un film già visto, il nostro. Loro, invece, sono dei geni, ben oltre i Monty Python. Bisognerebbe premiarli per questo.
Ma neanche Nostradamus redivivo avrebbe cotanta precisione!
Mi hai strappato qualche sorriso un po’ triste.
Buona giornata.
Secondo mei tuoi nipoti ti capiranno benissimo, anche perchè probabilmente Lui sarà sempre lì 🙂
tutto vero.