"Ariel Sharon", col nome di battesimo uguale ad un detersivo e il cognome che ricorda la biondona destrorsa de "I ragazzi della terza C", potrebbe anche sembrare un nome innocuo, perfino uno che – prossimo alla morte – è giusto ricordare.
D’altronde è quello che stanno facendo i media: praticamente a reti unificate si vedono politici di centrodestra (e inspiegabilmente Veltroni: spero qualcuno gli chieda conto di questo gesto) affranti, che dicono "Ariel, tieni duro".
Ecco, io lo voglio dire liberamente, mi costasse tutti i vaffanculo degli infami che pensano come lui: Ariel Sharon è un assassino, uno stragista, un criminale di guerra e uno dei più grandi porci sanguinari della storia dell’umanità, che nel mio libretto nero dell’antipatia se la gioca in classifica con Pinochet e Bettega. E fortunatamente per il mondo sta morendo.
Non ho testa di mettermi qui a ricostruire la storia vergognosa di questo ispiratore di un genocidio, perché meglio di me l’ha fatto Lia. Mi limito ad aggiungere il link alla petizione all’ONU in cui si fanno presenti le mostruosità che ha fatto quest’uomo.
In quanto ateo non credo all’inferno e non sono nemmeno sicuro che esista un Aldilà. Quel che è certo è che questo uomo (con la "u" molto più che minuscola) se c’è qualcosa di simile ad un inferno ci andrà sicuramente. E mentre precipiterà tra le fiamme spero gli si parino di fronte nell’eternità gli sguardi dei profughi inermi che ha fatto massacrare a Shabra e Shatila.
In più forse bisognerebbe chiedersi come mai alcuni rappresentanti della comunità ebraica a Roma stanno pregando, sconvolti, per uno dei più grandi criminali di guerra dal 1945 in poi. Ecco, questo non riesco proprio a spiegarmelo. Ma capisco perché l’antisemitismo purtroppo cresce in Europa.
Bisognerebbe spiegare agli antisemiti che gli idioti che ora pregano per Sharon sono "ebrei che sbagliano", a cui la storia non ha insegnato nulla, se non un odioso senso di supremazia razziale. Fortunatamente sono solo una minoranza di fascisti, che infangano l’ebraismo con la loro infamia.
temo di non essere io. dalla pesantezza delle mie argomentazioni si può intuire di non avere mai avuto a che fare con la danza… grazie davvero, è giusto formarsi opinioni in libertà ma alcune cose penso proprio bisogni precisarle. a presto
fede: ma non è che io e te ci conosciamo? tipo per questioni di danza?
no scusa è per una serie di coincidenze, ma magari non sei tu.
mi piace molto il tuo commento, specie perché su un sacco di cose/precisazioni mi hai anticipata.
🙂
Come ripeto aspetto un altro spazio per parlare della “nascita d’Israele” e del resto per questo salvo anche questo tuo ultimo Post per ridiscuterne altrove 😉
su gerusalemme dubito che ci sia altra strada alternativa da quella che dici tu. su come attuare fattivamente il “diretto controllo internazionale” ci si scannerà a lungo ma la soluzione penso non possa essere diversa. questo ovviamente vale per il “centro storico” di gerusalemme. quello, per capirci, già diviso in quartieri ad alto tasso di religiosità. per la “città moderna”, beh New jerusalem è di fatto una città israeliana e Gerusalemme Est una città araba. E tali, pacificamente, devono restare. Senza checkpoint umilianti e senza il rischio che, tolti i checkpoint, qualche palestinese (ma spesso siriano, egiziano, saudita) possa pensare di farsi saltare in aria da Sbarro’s dove decine di ragazzi mangiano la pizza. Sulle altre cose restano forti divergenze ma, credo, quando la voglia di azzannarsi lascia spazio a quella di ascoltare le ragioni dell’altro (e ne è micro-esempio la discussione su questo post) le cose debbano per forza migliorare… grazie per la risposta
fede: sul fatto dell’ “usurpazione della terra” la mia posizione è semplice.
La comunità internazionale ha fatto decisamente un brutto tiro agli ebrei, mandandoli in Palestina dopo tutto quello che gli era stato fatto. L’Europa, più di tutti, doveva affrontare il problema e risolverlo localmente. Invece così si è spostato lontano il problema, ma si è creato un problema.
Quindi le colpe sono di chi ha gestito la questione ebraica (poi divenuta israelo-palestinese) nel Dopoguerra.
Rifiuto sempre la discussione su “chi è arrivato prima”, perché è inutile. Lì da tempo si era insediata una comunità. L’unica soluzione reale era far convivere le due comunità.
Però non fu possibile: Israele di fatto iniziò ad espandersi (ho ancora negli occhi quel documentario americano in cui una anziana palestinese guarda da fuori la casa che le hanno preso i militari e in cui ora abita una famiglia israeliana ignara di tutto), conquistando terra, espugnando case, ecc.
Il fatto che vi siano campi profughi di palestinesi significa che a molti è stata presa la casa.
Nota, qualche razzista potrebbe dire che la foga espansionista israeliana fosse frutto del desiderio ebraico di avere la propria “terra promessa” tutta per sè. In parte per alcuni ultras lo è, ma credo che il fattore-cretino sia uguale in tutti i popoli. 🙂
Il dato di fatto è che negli anni – tra guerre vaerie, alcune subite e altre causate – Israele ha espanso i propri confini e da allora è sempre stata sotto assedio.
Ma l’errore è stato l’espansionismo e il prendere e tenere terre, case e proprietà che prima erano altrui (stato o non stato, se da 100 anni hai una casa in un luogo, nessuno può prendertela senza che questo sia un sopruso). E poi c’è un errore morale: di fatto in Israele i palestinesi sono maltrattati, sottoposti spesso a cose umilianti come le attese ai check point, costretti in aree ad alta densità abitativa, ecc. Ovvio, il problema arriva da lontano e di mezzo c’è il terrorismo (che è un po’ causa e un po’ effetto di certe cose, ad essere obiettivi).
Detto questo, ora i due popoli sono lì e non c’è altra soluzione: devono convivere. E convivere in modo paritetico, perché finora siamo stati in uno scenario Svizzera vs Albania, che va riequilibrato, perché a questa Albania è negato qualsiasi sviluppo, per ora.
Proposta per tutti (me incluso): mi sa che se utilizziamo per ragionare del futuro metà delle energie che spendiamo per stabilire colpe passate, facciamo cosa buona e giusta.
Non a caso ho postato un po’ di punti di mie proposte.
Vedo che la più critica è il disarmo di Israele (e della Palestina, ma è già in atto…), ma ritengo sia una via obbligata: come impedire che utilizzi queste armi unilateralmente contro l’altro stato?
Ovvio, c’è il problema di difendere Israele (che deve esistere senza essere indifesa) da quel pazzo in Iran (l’unico realmente pericoloso, attualmente). Penso che di quello debba farsi carico la comunità internazionale o in ogni caso vada trovato un modus per fare sì che Israele possa difendersi da eventuali attacchi stranieri e contemporaneamente non abbia modo di farsi nuovamente tentare da avventure espansioniste.
Ah, alla mia proposta mancava un punto fondamentale, su cui solitamente tutti litigano (è che per l’ateo che c’è in me conta poco…): Gerusalemme trasformata perennemente in “città aperta” sotto il diretto controllo internazionale e trasformata in un reale centro di aggregazione tra le tre grandi religioni monoteiste. Anche perché è impossibile “assegnarla” a qualcuno.
Tutto giusto, ma ste milizie Libanesi o falchi devono sempre solo raccontar balle? Dubito che i biografi di Arafat siano la fonte delle verità estrema… Su altre fonti mi autocensuro…
Ho capito che lo Stato nello Stato lo criticavi eccome (ci mancherebbe altro) ma come ti sei espresso sulle responsabilità di Arafat mi pareva condannassi quelle che hanno portato alla morte dei Palestinesi stessi e non quelle della ricca comunità Cristiana Libanese, e più in generale il Libano stesso (così come puntare il dito su Israele riguardo “Settembre Nero” sarebbe come puntarlo contro le truppe Mongole per le Foibe in Istria 🙂 )…
Qualora avessi capito male mi scuso anticipatamente
Alla proxima
John
John Zorn: mi pare di non aver negato nulla sul doppiopesismo di Arafat.
Riguardo alle responsabilità di Arafat in Libano, se rileggi bene ho scritto che ha fatto errori strategici e umani e mosse che sono risultate in un bagno di sangue. Forse sono stato troppo succinto, ma intendevo proprio criticare lo “stato nello stato” che fu costruito, con la conseguente distruzione del Libano (che all’epoca prosperava ed era a tutti gli effetti più Europa che Medioriente).
Riguardo la Comunità internazionale, che dire, nel tempo ho letto decine di biografie di Arafat e non ho mai trovato accuse dirette, pronunciamenti di corti, ecc. Ovvio, se vado su un sito delle milizie libanesi o di “falchi” pro-Israele trovo di tutto e di più. Però io baso le mie informazioni su fonti equilibrate e autorevoli (ONU, associazioni per i diritti umani, ecc.), possibilmente non di parte.
Nota: poi magari c’è in realtà un grande complotto per cui non emerge nulla sulle responsabilità di Arafat. Lungi da me difenderlo per partito preso, anzi.
Dalle mie parti si dice che ad augurar la morte di qualcuno gli si allunga la vita. E infatti… 🙂
e ci ho messo dentro un bell’anacoluto, cazzo. “non lo mette al riparo” no “non lo mettono”
ahimè “il primo segno di un’attività cerebrale” non lo mettono al riparo dagli attacchi – fase che verrà subito dopo quello della “preghiera collettiva e bipartisan” – che i veri falchi del likud (Netanyahu in primis) porteranno al processo di pace…
john zorn: grazie, troppo buono…
fede
A tirar dietro accidenti alla gente si porta sfiga e basta 🙂
Gerusalemme, 13:33
SHARON RESPIRA AUTONOMAMENTE E HA SOLLEVATO UN BRACCIO
Segni incoraggianti vengono dal lento risveglio di Ariel Sharon dal coma farmacologico in cui i medici lo hanno tenuto dopo l’emorragia cerebrale della settimana scorsa. Il premier israeliano respira autonomamente e ha mosso il braccio destro senza alcun aiuto dopo che e’ stata ridotta la sedazione. Secondo la direzione sanitaria si tratta di un segno di attivita’ cerebrale che fa ben sperare, anche se le condizioni del settantasettenne leader politico restano gravi. “Abbiamo cominciato a ridurre l’anestesia” ha detto ai giornalisti Shlomo Mor Yosef, direttore della clinica universitaria Hadassah in cui il primo ministro e’ ricoverato, “In questa prima fase, Sharon ha cominciato a respirare autonomamente anche se resta collegato al respiratore. E’ il primo segno di una qualche attivita’ cerebrale”.
Intervento di Fede da incorniciare! 😀
la cosa sorprendente in postivo di questo post (che, lo ammetto, da lettore non occasionale e spesso ammirato di questo blog, mi ha sconvolto per il livore e l’acredine acritica dimostrata) è che tra i commenti si è arrivati da una sorta di galleria di improperi da pollaio a una pacata riflessione – e confronto – su un argomento importante che mi sta molto a cuore. ovvero non tanto un giudizio storico su sharon (che non potrebbe essere più pieno di ombre ma che ha avuto anche delle luci, recenti, che vanno valutate con cura ed attenzione) o arafat (che era, non forse era, un colluso con alcune frange del terrorismo palestinese anche in tempi recenti. che lo fosse stato è moralmente discutibile ma storicamente, temo inevitabile) ma sulle possibilità di un reale compimento del processo di pace. detto questo alcune considerazioni:
essere antisionista non vuol dire essere antisemita, questo è evidente. ma neanche vuol dire essere contro la Grande Israele (che è una derivazione “sionista”). e tanto meno ha a che vedere con fattori religiosi. anzi, il sionismo originario (Hertzl, per chiarire) è il settore laico del pensiero ebraico dell’800/900. così come laico nasce lo stato d’Israele. Ricorda che gli ortodossi accendevano le luci per far mirare meglio i cecchini giordani che uccidevano i “partigiani” ebrei nel 1948.
per fare chiarezza ti chiedo in nome di cosa consideri la Palestina “tout court” come occupata. E’ un modo civile, ma subdolo, di negare l’esistenza (o il diritto ad essa di Israele”. Bisogna dirlo forte: Israele ha lo stesso diritto di esistere dello Stato palestinese. E non mi venite a raccontare che è stata un’usurpazione della terra. Israele – che il suo stato se lo è conquistato col sangue e solo dopo ha avuto l’avallo internazionale (leggetevi “La terra promessa” di Joe Golan, scoprirete che gli “amici” americani offrivano agli ebrei territori del maine, i più coloniali inglesi propendevano per l’Uganda). La Palestina prima della guerra era protettorato inglese, non era uno Stato autonomo, questo va detto sennò sembra che qualcuno gli ha levato il giocattolo di mano per burla del destino.
Vorrei anche entrare sui punti della tua “bozza” di trattato di pace, con alcune cose che, sinceramente, mi sembrano pretestuose (e ti ricordo che con il pretesto dei risarcimenti si bloccò il primo processo di pace con interlocutori israeliani moralmente più limpidi e un’amministrazione americana ben più lungimirante)
1) Israele è un paese ad alta militarizzazione per vari motivi, alcuni nobili altri meno. E’ irrealizzabile, con Siria, Iran, un Libano imprevedibile, un Egitto ambiguo etc. etc. la smilitarizzazione di Israele. Sarebbe come mandare un ragazzino di colore in un covo di Forza Nuova dicendo “Hai tutti i diritti, ma stanotte dormi lì…” E poi, scusa, il confronto con la Germania della Seconda guerra Mondiale appare forzato, oltre che di pessimo gusto.
2) sulle armi ad uso civile sono d’accordo
3) i confini quelli sono, non ci son dubbi
4) quello è punto centrale, senza smantellamento delle colonie non c’è autorità territoriale dello Stato Palestinese
5) ovviamente necessario (come il punto 4)
6) con moderazione, un fatto è l’utilizzo da parte della palestina delle risorse idriche all’interno dei futuri confini territoriali altro il riequilibrio, assai complicato e neanche tanto giustificato (gli israeliani si sono rotti la schiena per 50 anni per creare una rete idrica di un certo tipo in una terra, promessa sì, ma fatta di terra e sassi)
sugli ultimi punti niente da ridire, almeno in linea teorica. qualcosa si può studiare. Basta però con questi continui riferimenti alla germania, a Norimberga etc. etc. E’ di suprema superficialità il discorso “hanno fatto ai Palestinesi ciò che i tedeschi han fatto loro”. Anzi, non è superficiale. E’ falso. Scusate la lunghezza logorroica ma sono argomenti che mi appassionano da anni culminati in un viaggio in Israele/Palestina che mi ha cambiato la vita.
PS: La passeggiata di Sharon sulla spianata delle Moschee (o del Tempio, ça va sans dire) è improvvida, sciagurata e provocatoria. Spaventa quando si dice che ha suscitato come reazione un’ondata terroristica senza che uno solo definisca la reazione “quanto meno esagerata”. Diceva David Carradine in “Kill Bill vol. 2”: “I overreacted”, ecco magari quello si può dire.
Con stima
fede
Suzuki:
I legami di Arafat con il terrorismo palestinese sono più che evidenti, anche in tempi abbastanza recenti. Dovresti magari per un attimo allontanarti da una visione letteraria a metà tra la mitologia e l’agiografia, per giudicare un po’ più onestamente l’operato di quel sant’uomo ed il sangue di innocenti di cui s’è macchiato.
-Il discorso sulla differenza guerriglia/terrorimo è complesso. Non vorrei tirare in ballo quel simpatico saggio in cui si paragona Bin Laden a Mazzini, detto questo i per stragi intendevo dire quelle ad opera di innocenti.Monaco 72, aerei in mezzo mondo? Stragi di bambini in Israele? Libano? Se per Arafat ti senti in dovere di sospendere il giudizio e per Sharon no, a quel punto chi è usa due pesi e due misure? Non è forse spontaneo, vista la parzialità, ricordare il numero dei morti?
E soprattutto: le respondabilità indirette di Sharon valgono e quelle altrui no?
Arafat era direttamente legato ai vari abu Abbas e abu Nidal… e stava sopra di loro, non sotto.
-Quello sull “Esercito” dell’OLP: innanzittuto mi dovresti dire in che film operava rispettando le convenzioni di Ginevra.
– Stai facendo davvero un minestrone pur di puntare il dito il meno possibile contro i “fratelli arabi” e “Gli amici Musulmani”.
Dico Settembre Nero!?!?!?
Mi pare i Palestinesi in quel contesto li abbia macellati qualcun’altro :gli ex “occupanti” arabi, probabilmente stufi anche loro…
Certo, chissà perchè all’epoca tutto questo pattume ideologico sul “Porco occupante” non saltava fuori. Forse perchè arabo Correligionario? :D.
A proposito:perchè la Giordania dopo averli occupati prima di Israele i palestinesi non li ha voluti? la Storia gli ha dato ragione: se avessero ridotto la Giordania come il Libano…
– Le condanne di Arafat sul terrorismo le conosciamo tutti: MAI condannato gli attentati poichè causarono morti innocenti… ma solo perchè “Danneggiano la causa palestinese”!
Il che dovrebbe farti riflettere un attimo…
-Sulla comunità internazionale debbo pensare che, dando per scontata la tua buona fede, tu sia ingenuo fin troppo. Quante porcherie vengono commesse di fornto al suo mutismo? E in più sai bene che le denuncie partono sempre di fronte ad espressioni di forze aramte, governi, etc ufficiali e non, come poteva essere il caso di Dafour?
-Sul Libano dimentichi una componente assai importante, che fa sbilanciare un po’ più la bilancia sul lato musulmano: la Siria…
Io continuo a considerare tutte queste tue dimenticanze buona fede, così come una mera coincidenza il fatto che siano tutte a favore di una delle due fazioni (indovina quale :D) una pura coincidenza. Solo non vorrei iniziare ad insospettirmi troppo 😉
Tornando al Libano:Sabra e Chatila fu inaccettabile, certo, ma le altre stragi di Cristiani libanesi? E soprattutto: i Palestinesi come avevano ridotto il Libano?
Sui Palestinesi conosco molto bene la loro formazione culturale che storicamente era assai “Laica” e su questo hai indubbiamente ragione ma proprio per questo, in un conflitto divenuto anche religioso, non devi dimenticare il ruolo della Siria.
Non starò qui a raccontarti il mio legame con il Libano, ma sappi che ai bei tempi era davvero una perla del medioriente, e che venne deliberatamente ISLAMIZZATA, divenendo un merdaio come troppi altri. Fai il conto delle vittime e scoprirai delle “belle cose”, anche se ci si ostina a parlare di Sabra e Chatila.
Scoprirai soprattutto che il Libano venne riassettato in chiave musulmana con tutto quello che ne consegue…e che a pagarne le conseguenze furono soprattutto i Cristiani.
Se leggi bene i fatti del Libano, magari uscendo per un attimo dalla retorica del “mondo musulmano vittima innocente dell’imperialismo, sempre e comunque”, scopriresti un mondo nuovo che certe distorsioni mediatiche ti vogliono nascondere. Così come ti vogliono nascondere la più innegabile delle verità: che i palestinesi sono tanto vittime d’Israele quanto dei paesi arabi, tanto più ipocriti questi ultimi quando si stracciano le vesti per loro.
La guerra in Libano non doveva essere evitata solo da Israele ma anche, e soprattutto, dai paesi arabi che PRIMA d’Israele invasero il paese dei cedri. O vogliamo negare pure questo?
Evitiamo di parlare di Cristiano Maroniti come se fossero alieni macellai e non Libanesi mandati al macello contro Siria e Palestinesi…
Sabra e Chatila: orrore, certo. Ma non cambia il numero dei morti, ahimè… 🙁
Sulla vita “Morigerata” di Arafat nn ci giurerei e, aggiungerò, mi frega molto poco cavoli suoi.
Fermo restando la condanna morale per il personaggio vorrei spezzare una lancia a “favore” (adeguatamente virgolettato) dell’autocrate.
Sì può governare diversamente in paesi che ancora devono apprendere a fondo gli strumenti democratici?
In conclusione, senza offesa, ritengo che nella globalità tu usi due pesi e due misure condannando (per carità, anche giustamente) Sharon per responsabilità indirette, mentre le stesse (e maggiori) responsabilità indirette di Arafat vengono sottaciute.
In attesa di un nuovo topic più ad hoc sul tema ti saluto…
Ciao
John
John Zorn: mi ripeto, condanno tutte le stragi e chi le ispira.
Su Arafat: è una figura che apprezzo storicamente (da ragazzo, quando ero preso da altri astratti furori e da letture unilaterali, fu un mio mito).
So che l’informazione israeliana lo ritrae come un “amico del giaguaro”, cioè il terrorismo palestinese (con cui ha sicuramente avuto atteggiamenti talvolta ambigui o blandi, ma non è mai stato ritenuto direttamente colpevole di nulla), e come un uomo d’affari con un patrimonio personale miliardario (in dollari) di dubbia origine.
Certo, in Arafat esistono diverse fasi:
– l’uomo d’azione della fase giovanile, che presiede un movimento dedito alla guerriglia (terroristica? ci si interroga tuttora, per mille cause, su cosa siano guerra, guerriglia, resistenza e terrorismo e su quali siano i precisi confini tra le definizioni; per fare un esempio, per anni Giuseppe Mazzini è stato considerato e definito – e per i monarchici attuali tuttora lo è – un terrorista; la materia è ingarbugliata e personalmente sospendo il giudizio)
– il capo militare: anche qui, con l’ELP il discorso si fa spinoso per mille motivi (tipo che era un esercito che applicava la Convenzione di Ginevra, ma non era un esercito riconosciuto e ai suoi margini orbitavano mille formazioni – in polemica con Arafat – che non rispettavano i medisimi codici etici)
– l’uomo di pace e dialogo della maturità
– l’ostacolo (e il nemico personale di Sharon, che dava in intemperanze pure lui) degli ultimi tempi.
Su Giordania e Libano è certo è che in quegli anni Arafat non ne ha azzeccata – strategicamente – nemmeno una. Di fatto tutte le mosse dell’ELP in quella fase sono state un flop spesso sanguinario e un danno umano e d’immagine per la causa palestinese.
Incredibilmente il tutto è costato caro al popolo palestinese: tra il Settembre Nero e Sabra e Chatila il sangue versato dai non combattenti è stato tantissimo. Qui si intrecciano colpe politiche (molte palestinesi), colpe materiali (prevalentemente israeliane e cristiano-maronite, es. le stragi tipo Sabra e Chatila e – prima e altrove – Settembre nero, ma c’è anche attentato palestinese al governo di unità nazionale e le rare “vendette” – condannate da Arafat, che all’epoca credo fosse già a Tunisi – del 1982 in Libano, quando Israele si ritirò). C’è poi l’accusa – da fonti militanti cristiano-maronite – per una diretta responsabilità di Arafat nel massacro a Dafour, che però per quanto ricordo non ha mai trovato cittadinanza al di fuori della propaganda di parte (insomma, per un evento simile la comunità internazionale sarebbe sicuramente intervenuta, sarebbe scoppiato un caso, ecc. mentre non ne si fa menzione sul sito di Amnesty, o dell’ONU, per dire; alcune fonti, per dire, riportano ordinarie perdite di guerra in loco: alcune centinaia di persone; nel dubbio non mi pronuncio, ma credo più all’ONU).
Detto questo, la guerra in Libano è un tema su cui tuttora litigano storici più titolati di me. Di certo poteva essere evitata direttamente da Israele, ma la presenza dell’OLP (stato nello stato, in Libano) si era fatta eccessiva. Pagano sempre i civili, spesso messi in mezzo ad opposte fazioni. Anche perché la comunità internazionale all’epoca “dormiva” e reagiva con tempi – vista la zona – biblici.
Una lezione che ne ho tratto – vedendo cristiani maroniti alleati con lo stato ebraico vs i “musulmani” (per quanto all’epoca lo fossero i palestinesi, che fino a qualche anno fa prima dell’escalation erano i più “laici” tra i seguaci di Allah) – è che nel nome di dio (qualsiasi dio) la gente si ammazza spesso e volentieri.
Un punto in più a favore dell’ateismo e la cultura nonviolenta. 🙂
Riguardo il suo giro d’affari (e quello di sua moglie), non so valutare: di certo il fatto che gli organismi internazionali invitassero ufficialmente l’Amministrazione Palestinese a ridurre la corruzione è indice che qualcosa c’era. E in effetti la signora Arafat aveva uno stile di vita che era esattamente il contrario di suo marito, uomo perfino eccessivamente frugale nei modi e nei costumi.
Ora che ho qualche anno in più, tenute in considerazione le critiche di cui sopra, apprezzo l’Arafat Premio Nobel per la Pace insieme ai suoi due interlocutori israeliani.
Per quanto mi riguarda fu un momento bellissimo ed ero pieno di speranza.
E apprezzo molto meno l’autocrate, che comandava in Palestina senza sottoporsi ad un mandato popolare democratico. Di sicuro negli ultimi anni era un grande simbolo, ma anche una figura ingombrante (di fatto era la giustificazione vivente alle azioni da “falco” di Sharon) che non riusciva a farsi da parte.
Quindi no (rispondo finalmente alla tua domanda dopo il pippone qui sopra), non ho fatto post su eventuali stermini di innocenti ad opera di Arafat, per il fatto che per quanto ne so non è stato ritenuto responsabile di nulla, pur essendo stato chiamato in causa più volte da fonti israeliane e libanesi. (delle sue ambiguità o blandizie – che presumo gli attirino accuse di complicità morale con certo terrorismo palestinese – ho già scritto sopra).
Ora faccio un giro online per documentarmi ulteriormente (su siti equilibrati tipo http://www.paceinmedioriente.it), casomai ci fosse qualcosa che non so. Nel qual caso, la mia condanna sarebbe istantanea.
Beh mi sa che a questo punto dovrai aprire topic ad Hoc,altrimenti andiamo ancora OT 😉
Così ti dico cosa cambierei del tuo “Piano di Pace”, a parte la storia del popolo “Usurpato” sulla quale non sono d’accordo e che per me è più complessa dei deliri arabo – negro – Comunisteggianti che si leggono in giro…
Comunque parlando di occupazione proverò a leggere un po’ quel che scrive El Sebaie che, egiziano, di occupazioni di terre “Palestinesi” dovrebbe saperne qualcosa, visto che il suo paese occupò per quasi 20 anni la striscia di Gaza prima di Israele 😀
In attesa di uno spazio qui dove dibattere specificatamente di questo (qualora ci fosse già sul tuo sito segnalamelo e verrò volentieri) ti faccio questa piccola provocazione (X la cronaca mi rispose Anonymous ma la domanda era per te e tra una storia e l’altra t’è sfuggita):
Hai scritto sopra “Io condanno tutte le stragi. Non mi chiedo chi le fa o perché. So che sono sbagliate.”Bene.
Immagino ciò valga per le stragi di civili innocenti etc. Benissimo.
Del resto qui ci si è soffermati sulle responsabilità di Sharon perché di lui si parla in questi giorni: meglio ancora
Il punto è: consapevole che Arafat si sia macchiato di stragi ben peggiori di quelle di Sharon (il Libano è solo un esempio in cui si punta il dito verso il Cielo e ci si fissa sul dito, in questo caso il dito Sharon a Sabra&Chatila, e si scorda tutto il resto che fu ben peggiore) hai avuto la coerenza e l’onestà di aprire un topic simile quando ci lasciò il venerato Yasser?
P.S X Pedro femmina 😉 : Spero tu nn ti riferissi a me parlando di Cartine mai consultate etc. :O
Infatti. 🙂
Ho postato 2 messaggi:
1 su cosa siano le colonie
1 sul fatto che la Palestina è considerata tecnicamente uno stato. E non uno nel senso di unico ma nel senso di riconosciuto come tale.
Noto comunque che molti fra quelli che postano qui non solo non hanno mai visitato quei posti – e io sono fra quelli, mica tutti si possono permettere di viaggiare – ma non hanno evidentemente nemmeno consultato una banale cartina geografica di Israele.
Certo lì le cose cambiano in fretta e una cartina di un paio d’anni fa non sarebbe più considerata aggiornata, però si trova agevolmente di tutto su internet.
Riccardo: per il fatto stesso che sono colonie (cioè terre occupate manu militari dal più forte in casa d’altri), sono illegittime e ingiuste.
Insomma, presumo che a scuola avrai studiato anche tu il periodo sciagurato del colonialismo, no?
Apprezzo la tua intenzione di informati.
John Zorn: a scanso di equivoci e non solo perché è mia moglie :-), dubito che Pedro Almaviva sia per la cancellazione di Israele. Anzi, sul tema ha sicuramente posizioni più sfumate e posate di me (che sono per due popoli e due stati).
Vabbè…allora se ho sbagliato scusatemi.Sapevo che la Palestina avesse una bandiera, ma non un inno.e comunque è vero, il presidente è Abu Mazen,me ne ero dimenticato. Come già detto non sono esperto della situazione mediorientale, ma ciò che avete detto voi non mi fa pensare che sharon sia un assassino, però se quello che dite voi è vero,e cercherò in un altro tempo di verificare obiettivamente, potrei riconoscere tranquillamente l’illegittimità delle colonie.
Ciao
Riccardo
Pedro, tu sei uno di scuola Dacia Valent, quelli che sognano la grande Palestina araba ed Israele cancellato.
Capisci che il sospetto è legiyttimo… 🙂
Riccardo: l’ho letta la definizione e, mi dispiace per te, ma la Palestina E’ uno stato ufficialmente riconosciuto come tale, con seggio all’onu, governo, bandiera e non un’idea velleiataria di pochi fedayn (o come diavolo si trascrive in italiano).
Mi spiace per te, ma io so cosa dico.
riccardo, la palestina è uno stato da tempo (riconosciuto dalla comunità internazionale, con un inno una bandiera un seggio all’onu, ecc), al punto che a giorni vi si terranno le elezioni. Purtroppo è a sovranità limitata, ma bush x primo si è impegnato a fare sì che la consegua al più presto. Lo ha posto come condizione per l’amicizia usa-israele.
Pedro, come già deto da john zorn anche Israele è uno Stato e la Palestina non lo è dato che vogliono crearne uno. Dicono che vogliono creare uno stato palestinese quindi i palestinesi potranno esistere finchè vuoi ma non fanno parte di uno stato e quindi non c’è il diritto di sovranità sul territorio. E’ come dire che la Padania è uno stato, ci sono i secessionisti, ma la Padania fa ancora parte dell’Italia(per fortuna).
tu magari consulta un vocabolario per conoscere il significato della parola Stato.
Riccardo
letto, approvato e sottoscritto!
Pedro, il problema è che anche Israele è riconosciuta. Alla faccia di coloro che sognano “Un solo grande paese (Arabo)”…
Ben lungi dal giustificare il proliferare degli insediamenti
Riccardo: ma sei fuori? la Palestina è stata riconosciuta dall’Onu. Vai a cercarti una mappa su internet per conoscerne i confini, visto che parli senza nessuna cognizione di causa.
Se la Cisgiordania e Gaza fossero “terra di nessuno” gli insediamenti abusivi non verrebbero definiti “colonie”. Consulta magari un vocabolario per conoscere il significato di questa parola.
Guarda, io non so dirti se il muro è stato innalzato a scopo di espansione ma comunque ha compiuto l’obiettivo di arginare il più possibile le infiltrazioni di terroristi palestinesi in Israele.Poi, ti ripeto, se lo scopo vero era l’espansionismo non lo so, anche se non credo, una guerra avrebbe apportato più territori anche se avrebbe sicuramente indignato per quanto giusta possa essere, l’opinione internazionale.
Delle colonie: uhm…beh, prima di tutto bisogna vedere lo scopo di queste colonie. La Palestina non è uno Stato vero e proprio e quindi i territori potrebbero essere occupati da colonie dato poi i rapporti di tensione fra i 2 Paesi.
E poi le colonie sono proprietà private in caso mai degli Israeliani, non dei palestinesi.
riguardo a come coniugo i miei principi liberali con le colonie ho dei problemi già a definirmi liberale dato che visti i miei valori mi sono visto dare da persone che si credono liberali dell’antiliberale o illiberale…comunque per me finchè il territorio non è palestinese ma è una cosiddetta “terra di nessuno” non vedo problemi a fondare delle colonie.
Io non sono esperto, anzi, me ne intendo poco di storia del M.O. ma non mi sembra che gli israeliani siano andati a sfollare i palestinesi.
Nel caso in cui mi sbagli e gli israeliani siano andati a sfollare i palestinesi per la costruzione di colonie IN TEMPO DI PACE e non di guerra, unite ad altri fattori, si può mettere in dubbio la legittimità delle colonie.ciao
X Raccoss.
Giusto: IN ISRAELE esiste chi può mandare sotto processo Sharon. IN PALESTINA gli equipollenti di Sharon? Processati?
Ah per non parlare dalla simpatica pratica della detenzione per sospettati politici (sia palestinesi che israeliani contestatori) condita da torture.
e su questo post e suoi tuoi commenti
scrosci di applausi suzuki
Riccardo, se vuoi altre fonti per Chabra e Shatila chieti al governo belga che per quel gesto mise sotto inchiesta il santo Sharon con l’accusa “crimini contro l’umanità” o alla stessa commissione d’inchiesta Israeliana che censurò fortemente l’atto.
E ci si dimentica della democraticissima pratica degli omicidi mirati (3 lo scorso mese): niente processo, esecuzione unilaterale della condanna tramite missile e usccisione, in genere, di 3-4 passanti la cui unica colpa è di passare li per caso.
Se non è un assassino questo…
Yassin è stato un ispiratore di odio e il mandante di molti atti terroristici sanguinari, che condanno senza esitazione.
Andava fermato.
Però a mio giudizio bisognava farlo possibilmente in modo non terroristico, processandolo per i suoi crimini.
Anche perché l’immagine della carrozzella rovesciata per terra, il fatto che fosse vecchio e cieco, ecc. non deponevano – di fronte all’opinione pubblica – a favore di chi lo ha fatto fuori. Insomma, un errore di metodo. E la dimostrazione che la risposta violenta alla violenza genera violenza, a cui risponde altra violenza e così via.
X Degra: Certo, che lo so (vedi quanto ho scritto sopra sull’essere antisionista) ma so anche che l’eliminazione di Yassin è stata condannata anche da chi necessariamente “contestatore” d’Israele non era pur cui il tuo parere sul tetraplegico è a me graditissimo.
Che poi, dal mio punto di vista, se sommi l’essere tetraplegico all’essere fondamentalista Islamico, più che di omicidio mirato parlerei di Eutanasia… 😀
Concordo.
Assassino, e assassini tutti i politici dopo Rabin.
Una vergogna planetaria.
Contestare Israele (i governanti israeliani, tengo a sottolinearlo!) non significa automaticamente essere a favore di chi, già carico di sfighe sue, convince persone povere e disperate a farsi saltare in aria con le autobombe. Non esiste solo il bianco o solo il nero, e l’ho già scritto prima: è troppo facile semplificare dicendo che chi non è a favore è contro…
Perciò parlavo di antisionismo, dacchè non ho nulla contro gli Ebrei in quanto tali, ma con i desideri di espansionismo e colonialismo espressi da uno stato che è stato creato a tavolino e protetto per anni dall’occidente (anche giustamente, ma senza lasciar costruire armi nucleari sarebbe stato meglio, magari).
E’ bello vedere che il tetraplegico fondamentalista non sia simpatico nemmeno a chi contesta Israele.
Non posso che esserne felice … 😀
no, infatti… anche quando è morto Arafat si parlava di squilibri del medio oriente e si temevano “casini”, lo stesso quando venne fatto saltare per aria “il vecchio paralitico” (non ricordo il nome, ma penso si capisca a chi mi riferisco), si temevano attentati per rivendicarne l’uccisione (l’unica cosa positiva, secondo me, che abbia mai fatto Sharon), e invece tutto è rimasto tranquillo: nessuno si è sentito orfano, nè in dovere di vendicare chicchessia…
eheheh 🙂
Mica necessariamente negative le cose laggiù,dai…
vero, non è on-topic:
sono il primo titolare di blog che viene ripreso da un lettore perché è andato off-topic! 🙂
ci sarà sicuramente occasione, perché temo che nei prossimi giorni capiteranno un po’ di cose lì in medio-oriente.
Certo Suz, ma non ho continuato perchè più volte hai sottolineato (giustamente) che il topic di Sharon parlava e non volevo riportarlo fuori tema…
Tutto qui…
Se poi dopo Sharon vorrai parlare di quello sarò lieto di farlo, anche se su molte cose la pensiamo diverso (per fortuna non ai livelli della ditta Valent / Martinez 🙂 )
John Zorn: i punti sono lì per essere criticati, anche uno ad uno.
Qui non si dice mai di no al dibattito.
Riccardo, il problema del muro – soprattutto – è che è stato pure costruito dove non doveva stare. Cioè inglobando territorio palestinese, tagliando in 2 intere comunità, ecc.
Insomma, se già l’idea di fare un muro era discutibile, mi sorge il dubbio che sia stato anche usato per puro e semplice espansionismo.
Visto che sei in fase di raccolta informazioni e, poiché Sabra e Chatila non ti dicono molto (fidati: cerca sul sito dell’Onu, di Amnesty International, della Comunità Europea, del Tribunale Internazionale per i Diritti Umani, non sul Manifesto), presumo sei giovane, vorrei capire cosa pensi delle colonie.
CIoè, è giusto che uno stato abbia colonie in un altro stato?
Io credo di no: il concetto di colonia viola alcuni principi a cui penso tutti siamo attaccati: proprietà privata, diritto di sovranità di uno stato sul proprio territorio, ecc.
Vedo che tu politicamente ti rifai alla destra di Berlusconi (sei sempre in tempo a cambiare idea eh, :-)), quindi presumo a dei principi liberali. Ecco, come coniughi i tuoi principi liberali con le colonie israeliane in terra palestinese?
Se sei un vero liberale con dei valori, non puoi che condannarle. Ti chiedo uno sforzo di astrazione dai dettami politici “di area”.
Intanto non mi sembra ci siano prove di questo trasferimento, forse il mezzo mondo di cui si parla nel post era tutto di sinistra o filopalestinese.E comunque ha fatto bene a costruire un muro dato che se non si riescono a fermare i kamikaze e le autobombe un muro divisorio ci sta, dato che non mi sembra che i palestinesi siano talmente affezzionati agli israeliani da soffrirne per un distacco di sicurezza.
Ti ricordo che la passeggiata sulla spianata delle moschee che ti indigna è stata fatta su un territorio dove Abramo, patriarca del “popolo eletto”, offrì a Dio il sacrificio di suo figlio Isacco; è lì che prima re Davide e poi re Salomone costruirono il grande Tempio dell’Ebraismo, lo stesso tempio da cui un giorno Gesù scacciò indignato i mercanti che lo affollavano coi loro traffici. Quindi il posto, come tutta Gerusalemme appartiene a 3 religioni diverse: ebraismo,islamismo e cristianesimo, non solo all’Islam.
E non si può paragonare il Muro di Berlino al muro che divide i territori palestinesi con Israele, dato che il muro tedesco era stato fatto per impedire ai tedeschi di cercare una vita migliore,di fuggire dalla Germania dell’Est, mentre il muro in Israele è stato fatto per impedire ai terroristi di entrare in Israele. E inoltre i berlinesi dell’est non potevano andare nela germania ovest mentre un palestinese se si comporta bene può sempre raggiungere Israele, se non mi sbaglio.
Riguardo a Sabra e Chatila dovrò approfondire, mi ci vorrà più tempo del previsto dato che nelle prime pagine di google le fonti sono solo del manifesto o dei noglobal e si sa, ognuno la storia la scrive come vuole.
Come te, io sono per la pace,dico sul serio,non mi piace vedere la gente che si uccide o famiglie distrutte da una bomba ma non ritengo giusto il comportamento degli integralisti islamici e del popolo palestinese che porta avanti una cultura di esaltazione della figura del kamikaze e del martire islamico.
Spero che, Sharon si salvi, ma dato che sarà difficile che torni a fare politica,il suo successore riesca a trovare quell’accordo tra Israele e Palestina che con tutti i motivi che avesse Sharon non ha trovato.
Ciao
Riccardo
Non sono del tutto d’accordo ma il mondo è bello perchè è vario… 🙂
Per fare chiarezza aggiungo un paio di cose:
1) sono sì per 2 popoli 2 stati, ma non perché è la soluzione più giusta in assoluto (per quanto mi riguarda la Palestina è stata occupata), ma solo perché è l’unica soluzione pacificatrice praticabile. E non vedo alternative valide, salvo cose drammatiche e sanguinolente.
2) per fare sì che ci siano 2 popoli e 2 stati, per me ci vanno un po’ di condizioni:
– completa smilitarizzazione e de-atomizzazione di Israele (come fu per Germania e Giappone dopo la seconda guerra mondiale) e dello Stato di Palestina (che già lo è) per almeno 30 anni.
– abolizione e sequestro di tutte le armi ad uso civile
– ampliamento dello Stato di Palestina ai confini stabiliti dalla comunità internazionale
– smantellamento di tutte le colonie (tutte: la parola colonia non deve più avere cittadinanza nel secondo millennio, salvo che in profumeria)
– operazioni di democratizzazione della Palestina, smantellamento dei gruppi armati e riequilibratura dei poteri e della sfera politica, abolizione dei partiti su base religiosa (anche in Israele).
– riallocazione delle risorse naturali (fonti d’acqua, ecc.) tra i due paesi
– avvio di un processo internazionale che colpisca i colpevoli di stragi, maltrattamenti, ecc. Una Norimberga bilaterale, insomma
– presidio e governance dei confini per un tot di anni da parte dell’ONU, con militari non-americani (giusto perché potrebbero non essere accolti bene, non per antiamericanismo mio)
– istituzione di una corte per i diritti dell’uomo che scovi e punisca i casi di violazione dei diritti umani in Israele e viceversa (ma il problema in questo caso credo riguardi perlopiù i lavoratori palestinesi in Israele, piuttosto che il contrario)
– conferenza di pace permanente, scuola di pace per gli studenti di entrambi gli stati e investimento sui giovani come risorsa di pace futura (perché solo la prossima generazione, se non sarà allevata nell’odio, potrà realmente vivere in pace).
Vedi John, per me ed altri come me, non si tratta di un giochetto, dove si cercano amichetti per fare gruppone. Rispetto a posizione di chi vuole 2people2states.
La penso diversamente, ma ciò non mi fa perdere il nord della mia bussola interna.
Francamente non stiamo giocando a risiko, e la Palestina non è il Kamchatka.
Dacia Valent
Guarda che mi sa che c’è una bella differenza tra te è Suzuki. Lui sogna due popoli due stati. Tu ed il tuo amichetto Martinez sognate la Grande Palestina… Un po’ diverso direi…
Sottoscrivo anche la punteggiatura, post leggendario. Non posso che ringraziare Lia per averti segnalato. Ho notato che alcuni Tocque-villani (Harry & company) hanno deciso di inqunare l’aria d’intelligenza che si legge su questo spazio. Consiglio un buon profilattico, sai, sono contagiosi e promiscui.
baci e respect, Dacia Valent