Squilla il telefono. È un amico, giornalista.
Io – Pronto?
Amico – Ah, sei tu. Scusa, volevo chiamare Lina Sotis ma tu eri il nome subito sopra lei e ho sbagliato a cliccare.
(si dev’essere sparsa la voce che sono uno zoticone: non mi ha neanche chiesto come si passa il Porto a un diplomatico spagnolo scapolo se a tavola si è dispari)
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