Ho appena concluso una sessione di wrestling verbale – ma fosse per lei sarebbe diventato fisico, con reminescenze del mitico catch femminile giapponese – con una madama infoiata che pretendeva di entrare in una conferenza in una sala i cui posti a sedere erano esauriti.
La scena è la seguente. Ore 16 e 25, cioè con 25 minuti di ritardo, la signora entra direttamente in sala, scavalcando il controllo biglietti, eludendo i ragazzi del check-point e interrompendo col fragore dei suoi tacchi la conferenza in atto (una storia sul linguaggio dei bambini e le macchine piuttosto interessante).
Un temerario, anzi ad un secondo esame una temeraria poco femminile nel look, la stoppa e le spiega che i posti sono esauriti. Inizia ad urlare e viene fatta rimbalzare all’ingresso.
Ovviamente odia me, che teoricamente sarei quello in charge e possiedo il badge, oggetto che in questi giorni a Genova ha il valore di un piccolo tesoro, se vi interessano i workshop sulla riproduzione delle lumache boliviane.
La sfonda-conferenze ha toni pioacevolmente epici: “Io sono de-sti-na-ta ad entrare a questa conferenza”. Adoro quando scandisce in sillabe e mi trafigge con odio.
Il suo argomento forte è che ha la prenotazione. Il mio argomento più forte è che se ti presenti in ritardo la prenotazione salta. Funziona così all’apertura della sala entrano prima i prenotati e poi gli altri, fino ad esaurimento.
Ma ora l’obiettivo della conference-crasher non è entrare, bensì investire me di insulti. Secondo lei noi del Festival siamo tutti ignoranti perché non sappiamo nemmeno come funziona il meccanismo della prenotazione.
Azzardo un parallelo teatrale, ovvero “ma a teatro se arrivi in ritardo non ti fanno entrare nemmeno se sei abbonato…”.
La madama si fa trionfante “Aha! Lo vedi che sei ignorante! A teatro ti fanno entrare tra un atto e l’altro!”.
E’ cascata nel trappolone: “Signora – le dico – saremmo tutti lieti di farla entrare tra il primo e il secondo atto, ma la conferenza è µn atto unico”. “E poi non è vestita da sera”, aggiunge una perfida hostess diciottenne che si stava godendo lo spettacolo.
La madama, che intanto ha millantato conoscenze altolocate e destrorse che a suo giudizio domani ci faranno arrestare tutti per “dileggio” (noto reato, nella sua mente…), quasi cerca l’approccio fisico: l’ironia cortese è la peggiore, in questi casi.
Dopo ancora qualche minuto di insistenza e un tentativo di affondo “Tu fai così perché hai il pass e puoi fare i porci comodi tuoi!” (a cui rispondo perfidamente che se vuole c’è µn programma per cui gli anziani possono fare i volontari al Festival e avere un pass pure loro), corredato da minacce apocalittiche tipo “Sentirete ancora il mio nome!” (nota: non ce lo ha detto in prima istanza), finalmente si allontana tra l’ilarità generale.
Dopo due minuti sono uscite dalla sala due signore accaldate e al loro posto sono andate due persone gentili che hanno atteso fuori senza protestare. Avevano entrambe la prenotazione.
tu non sai, ma LEI e’ invitata alla cena di domani sera per metterti il guttalax nella minerale…
LOL!
Il commento più bello è quello della 18… non è vestita da sera… ahahaha
ho trovato il tuo blog, piccolo incompetente, ora ti perseguiterò fino alla fine dei tempi!
Sono capitati anche a me personaggi simili, e anche peggiori (visto che il livello medio dei frequentatori di una sagra è più basso di quelli di un festival della scienza, si spera)…
Però riesco a non mandarli dove meritano solo per telefono (forse perchè non li vedo e mi indispettiscono meno), altrimenti dopo aver insistito due volte perdo il politically correct e scatta il vaffa (in senso figurato, ovviamente) 😛
ma “lei non sa chi sono io” non ve l’ha detto? 😀
Sono d’accordo.. la 18enne è stata magnifica. Io lavoro spesso a contatto con dei clienti irritanti ed è davvero dura mantenere la cortesia e l’educazione necessaria. Persino quando il cliente offende i tuoi antenati e i pronipoti.
Ti ammiro per il tuo aplomb, penso che l’avrei presa a schiaffi dopo due secondi di scenata… E comunque standing ovation per la “perfida hostess diciottenne” 😉
secondo me avrebbe fatto bene a picchiarti, vedendo la teatralità provavi a rimorchiarla usando Nick Drake…